HO IMMAGINATO LA NUOVA STELLA DELLA TRAP ITALIANA
E’ mattino quando ti svegli tu, l’importante è che ci sia abbastanza luce ed un orizzonte da guardare. Oggi, con la mia tazza di caffè e la prima sigaretta della giornata, sentendo la pressione calare mentre guardavo all’orizzonte, ho immaginato un adolescente italiano che si esprimeva con melodie distese, fanciullesche, dilatate. Un canto onomatopeico, un ritornello senza le parole, senza un messaggio da veicolare. E poi ci aggiungeva tappeti luminosi di archi, come coralli, un branco di cavallucci marini ,un caleidoscopio di colori, e come ritmica gocce di pioggia sull’asfalto, sulle finestre, sulle tegole dei tetti. Gocce rarefatte, come nei primi istanti che anticipano un temporale, regalate a piccoli strumenti percussivi, acuti e tintinnanti. Pian piano l’intensità dei suoni cresceva, in questo lento e largo abbraccio sonoro, si aggiungevano altri suoni complementari, luminosi, che si rispondevano l’uno all’altro, come richiami di animali della foresta, o come rumori della metropoli, o come avvisi di app di messaggistica. Il tutto trovava il suo armonico senso, insieme, mentre la melodia principale cantata dall’adolescente pian piano passava in secondo piano, si immergeva e confondeva in questo oceano di suono, composto da migliaia di increspature e piccole dissonanze, ma che nell’insieme remavano un possente, autorevole, maestoso senso di compiuto. E ho immaginato che con questo adolescente si aprisse un nuovo filone trap. Sinfonico, senta testi, senza terzinati e cadenze ossessive in sedicesimi, senza collane e orologi, senza dissing, senza omofobia, senza culi all’aria, senza streaming, senza 808, senza drill, senza, soldi. Senza. Ma con un sacco di musica in più. Poi la sigaretta è finita e ho capito che questo adolescente potrebbe anche nascere ed esprimersi in Italia, se fossimo all’inizio di un nuovo Rinascimento, se la chiesa il parlamento le grandi multinazionali estere che subappaltano in questo paese, le banche, le onlus, le fondazioni assicurative e il mondo del lusso diventassero improvvisamente mecenati e devolvessero, che so, il 5 % del loro flusso di cassa e benefit, ai creativi. Assicurandogli che non c’è alcunché da seguire, nessuna stella polare che gli consenta di spaccare, perché di spaccare non frega nulla a nessuno, in primo luogo a chi ti paga per esprimerti. Un nuovo Rinascimento in cui s paga pegno all’eccessivo centralismo della tecnica, che regala enormi guadagni a chi la persegue, e che pertanto deve restituire un tot, periodicamente, a chi di essa si priva volontariamente. Ma di Rinascimento, sporgendomi bene dal balcone, in alto in basso a destra e tantomeno a sinistra, non ne sento l’arrivo e quindi..ok boomer.
OK BOOMER
Walter Arnò
1/5/2025